Storia dell'OOT e metodi di somministrazione

L’Ossigeno-Ozono Terapia è una terapia che si basa sulla somministrazione di una miscela gassosa originata mescolando l’ozono con l’ossigeno. Si tratta di una metodica che ha più di un secolo di vita e, anche se inizialmente è stata relegata ad un ristretto numero di medici entusiasti, rappresenta oggi un rimedio rivoluzionario per il benessere psico-fisico dell’individuo.

L’0zono fu scoperto nel 1832 da Schonbein, il quale ne descrisse l’odore caratteristico e l’elevata capacità ossidante; Nel 1857 Von Siemens, dimostrando che l’ozono viene prodotto in seguito al fluire dell’ossigeno puro attraverso un arco voltaico, costruì il primo generatore di ozono.

Le prime applicazioni importanti in campo medico si ebbero durante la prima guerra mondiale, allorché centinaia di soldati con ferite settiche vennero trattati da Wolff con ozono medicale e salvati da morte sicura per gangrena gassosa.

Nel 1932 Payr introdusse l’uso dell’ossigeno-ozonoterapia nella chirurgia generale, trattando con successo ulcere e fistole settiche.

Nel 1957 il fisico Hansler mise a punto un apparecchio per uso medico che consentiva il dosaggio preciso dell’ozono.

Negli ultimi anni si assiste ad un evidente maggior interesse verso questa terapia, con i contributi di Konrad (1981) nelle malattie virali, Washuttl (1981) e Rokitansky (1982) nei meccanismi biochimici Fahmy (1982) nel campo reumatologico, Matassi (1982) nelle angiopatie e nelle malattie erpetiche.
L’ossigeno-ozonoterapia è oggi ampiamente utilizzata particolarmente in Germania e in Svizzera, mentre in Italia ha avuto ufficialmente inizio nel 1983, con la costituzione della Società Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia.

La concentrazione di ozono così come i metodi di somministrazione della terapia dipendono dal tipo di patologia che bisogna trattare.

Le vie di somministrazione più comuni dell’Ossigeno-Ozono Terapia sono:

– intramuscolare

– sottocutanea

– intrarticolare

– endovenosa (autoemo infusione)

– insufflazione rettale, vaginale e nasale

Tecnica Intramuscolare

Questa tecnica viene prevalentemente utilizzata nel trattamento dell’ernia del disco e dei “conflitti disco-radicolari” in genere. L’infiltrazione viene effettuata nella muscolatura paravertebrale (cioè ai lati delle vertebre), circa 2 cm al lato delle spinose (sporgenze ossee posteriori delle vertebre), in corrispondenza della radice nervosa sofferente: ad esempio, in una sciatalgia, tra la L5 (quinta vertebra lombare) e la S1 (prima vertebra sacrale) o tra la L4 e la L5.
L’ago è quello utilizzato per le comuni intramuscolari nei glutei. Vengono iniettati da 10cc a 40cc di O2/O3 (effettuando da una a quattro infiltrazioni per seduta), ad una concentrazione di 20/30 mg O3 per ml di O2, molto lentamente, e dopo aver aspirato per non introdure il gas in un vaso.

La frequenza delle sedute, almeno inizialmente, è bisettimanale; nelle fasi più avanzate della terapia si può passare alla frequenza settimanale, per un totale di 12-20 sedute.
Se la tecnica è eseguita correttamente l’infiltrazione non procura alcun fastidio, ad eccezione di un senso di gonfiore e di peso sulla parte trattata che persiste per alcuni minuti. In qualche caso durante l’infiltrazione il paziente può avvertire un fastidio lungo il decorso del nervo sciatico, dovuto alla compressione del gas sulla radice nervosa, che termina immediatamente alla fine della seduta.

La tecnica intramuscolare può essere anche associata a quella sottocutanea.

Tecnica Sottocutanea

La tecnica consiste nell’introdurre una dose di gas nel sottocute, che può variare da 10cc ad oltre 200cc, secondo la zona prescelta per l’iniezione e secondo la patologia da trattare, ad una concentrazione di 5/15 ¡ (il simbolo sta per mg O3/ml O2).
La frequenza delle sedute è generalmente bisettimanale, per una durata di 4-8 settimane.

Viene utilizzato un sottilissimo ago, lungo poco più di un centimetro, che viene introdotto nel tessuto sottocutaneo dopo aver sollevato con due dita una piega cutanea. L’iniezione, fatta lentamente, ad eccezione di un lieve bruciore, non dà alcun fastidio.
Tale tecnica viene utilizzata con basse concentrazioni di ozono per il trattamento di problemi circolatori o in medicina estetica, mentre concentrazioni maggiori vengono utilizzate nel trattamento di patologie come artrosi, tendiniti o distorsioni.

La tecnica sottocutanea può anche essere utilizzata in associazione con le altre tecniche intrarticolare e intramuscolare.

Tecnica Intrarticolare

L’infiltrazione si può effettuare in qualsiasi articolazione, e la tecnica non differisce dalle normali intraarticolari effettuate dagli specialisti. La quantità di gas da iniettare varia secondo l’articolazione (nelle più grandi fino a 12/15 cc), mentre la concentrazione è di 10 mcg/ml.
Viene effettuata una infilitrazione alla settimana, per un totale di 5-8 sedute.
La sensazione che si avverte è quella di un gonfiore interno all’articolazione, unita ad un leggero bruciore, che rapidamente tendono a scomparire.

L’enorme vantaggio di questa tecnica è rappresentato dalla possibilità di trattare l’articolazione senza utilizzare sostanze come il cortisone il cui abuso può risultare alla lunga dannoso.
Inoltre in alcuni casi è possibile associare la tecnica intrarticolare con la tecnica sottocutanea, per ottenere una “sinergia terapeutica”.

Tecnica Endovenosa o Autoemo Infusione

Una certa quantità di sangue venoso (circa 150 – 200 ml), viene prelevata dal paziente con procedura classica, mescolata con una uguale quantità di miscela di ossigeno-ozono ad una precisa concentrazione e reinfusa nello stesso paziente. La procedura, effettuata da un medico ed un infermiere, in completa sicurezza e sterilità, ha una durata complessiva di circa 40′.

Questa tecnica consente di ossigenare il sangue, migliorare l’elasticità della parete del globulo rosso ed aumentare la sua capacità di legare l’ossigeno e di distribuirlo ai tessuti.

Ciò comporta un miglioramento della circolazione sanguigna e della ossigenazione di tutti i tessuti, con conseguente ottimizzazione della loro funzionalità. In sostanza si verifica un’azione rigenerante, con miglioramento del tono dell’umore, della resistenza fisica e riduzione della fatica.

Inoltre la miscela di ossigeno-ozono induce la liberazione nel sangue di sostanze particolari (interleuchine, citochine, ecc.) che esercitano un potente stimolo sul sistema immunitario, regolarizzandolo e migliorando le difese del nostro organismo.

Effetti biologici

· Aumenta la produzione di energia incrementando il catabolismo degli acidi grassi;

· Regolarizza il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa;

· Accelera la glicolisi;

· Aumenta la deformabilità dei globuli rossi e quindi facilita il loro passaggio all’interno dei piccoli capillari;

· Riduce la viscosità del sangue;

· Attiva la circolazione;

· Riduce i radicali liberi;

· Riduce la Ves;
· Riduce la Pcr;

· Aumenta la produzione di 2,3 DPG e, di conseguenza, la cessione di ossigeno ai tessuti da parte dell’emoglobina;

· Potenzia il sistema antiossidante mitocondriale;

· Attiva enzimi antiossidanti (catalasi, superossidodismutasi, glutatione);

· Riduce la produzione di TNF alfa (tumor necrosis factor);

· Riduce gli immunocomplessi circolanti nelle patologie autoimmunitarie;

· Azione battericida, fungicida e virustatica;

· Azione immunomodulante sui linfociti e monociti;

· Azione analgesico-antiinfiammatoria;

· Azione rivitalizzante: miglioramento funzionale degli organi, azione antidepressiva, miglioramento delle quote di energia spendibile. Ossigenazione cellulare, riequilibrio ormonale, riduzione dei radicali liberi e prevenzione dell’invecchiamento;

· Azione rigenerante: si manifesta attraverso l’inversione della tendenza al catabolismo, nell’anziano, in anabolismo cellulare;

· Azione disintossicante: migliorando la funzionalità degli organi emuntori (reni, fegato, ecc.), favorisce l’eliminazione delle sostanza tossiche;

Controindicazioni

Favismo; ipertiroidismo; gravidanza.

Per quali patologie è utile

· Reumatologia: Artrite Reumatoide; reumatismi articolari; malattie autoimmunitarie (AR, s. Sjogren, les, sclerodermia);

· Ortopedia: Osteoporosi, fibromialgia, artrosi;

· Oculistica: Maculopatia retinica (diabetica, ischemica, degenerativa senile), disturbi della vista; distacco retinico;

· Geriatria: Demenze, disturbi della senilità, morbo di Parkinson;

· Neurologia: Depressione, cefalea vasomotoria e a grappolo, patologie neuro-vascolari; sclerosi a placche;

· Dermatologia: Acne, foruncolosi, micosi, alopecia, herpes, psoriasi; afte;

· Medicina interna: Epatite virale, diabete mellito, stati dismetabolici; allergie; intolleranze alimentari;

· Angiologia: Arteriopatie, ulcere cutanee, arteriosclerosi, insufficienza venosa; morbo di Raynaud; morbo di Burger;

· Andrologia: Impotenza sessuale vascolare;

· Pneumologia: Bronchite, asma bronchiale, enfisema polmonare; bpco;

· Otorinolaringoiatria: Acufeni, ipoacusia, vertigini;

· Oncologia: come adiuvante della chemio e radioterapia;

· Odontoiatria: Osteonecrosi del mascellare, flogosi e infezioni parodontali;

· Urologia: infezioni dell’apparato uro-genitale;

· Ginecologia: infezioni dell’apparato uro-genitale

Insufflazioni rettali

L’insufflazione rettale è una tecnica che permette di introdurre ossigeno-ozono nell’organismo attraverso il retto e la sua mucosa, come se si trattasse di una supposta, inducendo effetti sia sistemici che locali. In particolare l’effetto antiflogistico del gas e soprattutto l’azione antisettica, distruggendo la flora anaerobia, favoriscono lo sviluppo di quella aerobia.

Si tratta di una tecnica molto efficace nelle patologie infiammatorie acute e croniche dell’intestino crasso:

– Rettocolite ulcerosa;

– Morbo di Crhon;
– Diverticolosi /ite;

– Stipsi cronica;

– Iperammoniemia da cirrosi epatica scompensata.

Il drenaggio del sangue proveniente dall’intestino attraverso i vasi mesenterici, garantisce un immediato trasporto dell’ozono legato ai globuli rossi, attraverso le vie portali al fegato, con importanti indicazioni terapeutiche: patologie acute e croniche del fegato; cirrosi epatica compensata e non. L’ossigeno-ozono, assorbito attraverso la mucosa rettale, agisce anche a livello circolatorio, consentendo di ottenere ottimi risultati anche sulla cefalea vasomotoria.

Tramite un piccolo catetere l’ozono viene in contatto con le pareti dell’intestino producendo reazioni chimiche simili a quelle indotte con autoemo infusione per via ematica.
Questa tecnica non invasiva e indolore può essere utilizzata anche nei bambini molto piccoli.

Tra le patologie più trattate con l’insufflazione rettale di ossigeno-ozono abbiamo: cefalea, autismo, disturbi gastrointestinali, deficit delle difese immunitarie, allergie, dermatiti, stati infiammatori, asma, depressione dell’umore.
Insufflazioni vaginali
Altra via di somministrazione dell’ossigeno-ozono è per via vaginale.

Le proprietà battericida, virucida, antimicotica e antiflogistica, consentono di ottenere ottimi risultati anche in patologie della vagina, dell’endometrio o dell’uretra refrattarie alla terapia farmacologica:
Vaginiti
Endometriti/osi
Dismenorree
Uretriti

Insufflazioni nasali

L’ossigeno-ozono può essere somministrato anche per via nasale.

Le proprietà antisettiche, antiflogistiche, antivirali, emoreologiche e trofico-tissutali, per contatto del gas con le mucose, trovano notevole indicazione in patologie acute e croniche rinofaringee:

Rinite allergica

Rinite vasomotoria

Rinite atrofica

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